Just Kids di Patti Smith

“Montai sull’autobus a vent’anni. Portavo calzoni di tela, un dolcevita nero e il vecchio impermeabile grigio comprato a Camden. Dentro la piccola valigia scozzese in giallo e rosso c’erano le mie matite da disegno, un blocco, Illuminazioni, qualche vestito e una fotografia di mio fratello e delle mie sorelle. Ero superstiziosa. Quel giorno era lunedì; ero nata di lunedì. Era una giornata perfetta per arrivare a New York. Nessuno mi stava aspettando. Ma mi aspettava ogni cosa”.

Così si legge in Just Kids di Patti Smith. Una delle autobiografie che più mi sono rimaste impresse nella mia carriera di redattrice in una casa editrice di libri di musica.

Ritratto di Patti SmithQuando Just Kids uscì nel 2010 io lavoravo da Arcana e mi occupavo prevalentemente di fare le bozze di biografie musicali tradotte dall’inglese. Le biografie e autobiografie di cui mi occupavo parlavano di rock anni ’70 e, in quel momento, erano praticamente tutta la mia vita. Ricordo ancora il giorno in cui il direttore editoriale entrò in redazione con Just Kids appena pubblicato tra le mani dicendoci che era un libro stupendo e che dovevamo leggerlo assolutamente.

Adesso, 14 anni dopo, ammetto che Just Kids di Patti Smith è uno dei più bei libri sulla scena artistica americana degli anni ’70 che io abbia mai letto e ora so anche il perché.

La voce di Patti Smith è l’elemento che fa la differenza. Questa scrittrice e cantautrice americana si racconta in maniera intima e potente ponendo l’accento sull’idea di vocazione artistica per la quale, a soli vent’anni, ha lasciato tutto, la casa, la famiglia, il lavoro, per mettersi alla ricerca di sé e dare forma alla sua visione. E racconta molto bene anche l’atmosfera di quel periodo storico di rivoluzione in cui tutto sembrava possibile e ancora di là da venire.

“Era l’estate in cui morì John Coltrane. L’estate di Crystal Ship. I figli dei fiori levavano le braccia vuote e la Cina esplodeva l’atomica. Jimi Hendrix dava fuoco alla sua chitarra a Monterey. La radio AM suonava Ode to Billy Joe. Ci furono rivolte a Newark, Milwaukee e Detroit. Era l’estate di Elvira Madigan, l’estate dell’amore. E in quell’atmosfera mutevole, per nulla accogliente, un incontro casuale cambiò il corso della mia vita. Fu l’estate in cui incontrai Robert Mapplethorpe”.

Sicuramente la figura di Mapplethorpe ha rappresentato una svolta nella carriera di Patti Smith. Lui, che fin da ragazzino aveva già una chiara visione della sua vocazione artistica, fu il primo a credere in Patti e nelle sue capacità, forse anche prima e più di lei stessa. Mi sentirei di dire come Diego Rivera per Frida Kahlo. E Just Kids è un vero e proprio atto d’amore per Mapplethorpe da parte della Smith che racconta il suo rapporto con questo straordinario artista, la sua evoluzione personale e l’ambiente che lo circondava in quegli anni cruciali. 

In un’intervista per Harper’s Bazaar del 17 febbraio 2023, “Patti Smith explains it all”, lei dice: “Se ho una visione, devo seguirla, a qualsiasi costo”. E lasciare tutto a vent’anni, andare a New York, soffrire la fame, dormire sulle panchine nei parchi armata solo di Rimbaud e di una matita e un blocco da disegno, significa proprio questo, avere il coraggio di seguire la propria visione, a dispetto di tutto. 

Quello che mi chiedo è, saremmo ancora in grado di farlo? Le donne sono ancora in grado di abbandonare tutto per perseguire la propria vocazione artistica?

Poster Patti SmithNon ho una risposta ma ho scelto di ritrarre Patti Smith proprio per questo. Perché guardandola, ascoltando la sua musica e leggendo le sue poesie, potessi ricordarmi che abbiamo la possibilità di metterci in gioco per qualcosa in cui crediamo. 

“Essere una donna nell’ambiente musicale poteva essere in qualche modo pregiudizievole. Ma per me non era tanto il fatto di essere una donna quanto di essere una donna strana, particolare. […] Io credo che ci siano ancora delle battaglie da combattere in questo senso e l’unico modo per farlo è perseguire la propria visione”.

Quindi ragazze, lasciatevi ispirare, abbiate sempre il coraggio di perseguire la vostra visione, a qualsiasi costo… e non dimenticatevi di mettere People Have the Power a palla.